L’essenziale è invisibile agli occhi

E’ importante non trascurare i propri legami affettivi poiché ogni relazione è unica ed influisce sulla nostra vita e sul modo di percepire il mondo intorno a noi. Quindi, prendersi cura delle relazioni vuol dire prendersi cura di sé.

non abbiamo legami, siamo i nostri legami!”

Ma come si creano i legami? E perché ogni rapporto è unico?

Cercherò di spiegarlo attraverso le parole del mio libro preferito:

Voi siete belle, ma siete vuote”, disse ancora. “Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa” ….Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”….E’ il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”…Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..”

Queste righe sono estratte dal libro “Il Piccolo Principe”di Antoine de Saint-Exupéry. Qui il protagonista esalta il rapporto unico che ha con la sua rosa.  Ma, non è sempre cosi facile ed immediato capire l’importanza delle nostre relazioni, nemmeno il Piccolo Principe lo aveva capito subito.

Facciamo un passo indietro, chi è il Principe?

Il protagonista è il principe di un asteroide molto piccolo dove crescono solo baobab, piante infestanti, e una rosa della quale lui si prende molta cura. La rosa però, solitamente appariva scontrosa e indisponente nei confronti del piccolo, ciò lo rendeva triste e lo faceva sentire solo, così, un giorno, approfittando di una migrazione di uccelli selvatici, partì alla ricerca di una pecora che divorasse i terribili baobab.

Il protagonista vagò per numerosi pianeti in cerca della pecora, fino a giungere sul pianeta terra. Proprio li, durante le sue avventure, si ritrova inaspettatamente in un roseto. Subito sente dentro di se rabbia e delusione, sente di essere stato tradito da quella rosa che aveva giurato di essere l’unica nell’universo.

Se pur amareggiato il Principe continua il suo viaggio, ed incontra una volpe che gli chiede di essere addomesticata:

cosa vuol dire “addomesticare”?”

creare dei legami…”Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”…. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarò come illuminata….. Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano che è dorato, mi farà pensare a te. ..”

volentieri”, rispose il piccolo principe “ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire amici, e da conoscere molte cose”

Non si conoscono che le cose che si addomesticano” disse la volpe. “Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!”

La volpe, con queste parole, insegna al Piccolo Prinicipe il valore dell’amicizia.

Ciò che differenzia per ognuno di noi una persona dall’altra è la relazione che costruiamo con quest’ultima dedicandole tempo e attenzioni, impegnandoci nel conoscerla nei suoi punti di forza e nelle sue fragilità.

Grazie a quest’esperienza, il piccolo principe si rese conto che la rosa non gli aveva mentito poiché era davvero unica al mondo, non per le sue fattezze, ma in virtù dell’unicità della loro relazione.

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Il testo spiega in maniera semplice, ma efficace come le relazioni che viviamo vengano automaticamente interiorizzate donandoci un nuovo modo di essere al mondo in quanto capaci di dare un nuovo significato alle cose (…prima il grano non mi diceva nulla, ora mi ricorda di te; Prima non eri che un ragazzino uguale a centomila ragazzini ora riconosco i tuoi passi..).

Le relazioni che ci portiamo dentro continuano ad avere una forte pregnanza in noi anche in assenza dell’altra persona, anche a distanza di anni e sono capaci di condizionare le nostre emozioni e i nostri rapporti futuri.

Lo psicologo sa bene che durante un percorso psicologico non ha difronte una sola persona, ma un soggetto con tutta la sua rete di relazioni interpersonali interiorizzate.

Anche la relazione tra paziente e terapeuta è una relazione unica ed è proprio sul riconoscimento di questa caratteristica che si fondano la fiducia e la trasparenza necessari per creare una “relazione che cura”, una base sicura che permetta al paziente di esplorare le varie aree della sua vita, di prendere consapevolezza delle proprie azioni, con la certezza di avere “un porto sicuro”. L’interiorizzazione di questa relazione permetterà di guardare il mondo con nuove lenti.

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