Cosa ce ne facciamo dei nostri sogni?

Il sogno ha da sempre affascinato l’uomo date le sue caratteristiche: Nel sogno spazio e tempo perdono il loro abituale valore, le leggi della logica si allentano e cedono il posto a una infinita libertà espressiva grazie alla quale il sogno diventa un vero e proprio prodotto creativo.

L’uomo si è sempre chiesto perché sogniamo?

Le risposte sono innumerevoli, e si differenziano molto tra le varie civiltà e a seconda del periodo storico.

Tra le varie spiegazioni attribuite al sogno ricorrente è quella del sogno che viene visto come il luogo in cui l’uomo poteva avere un contatto diretto con le divinità. Da qui tutta una serie di credenze sui sogni premonitori, stregoni, sciamani ed oracoli …

Ma non solo la cultura popolare si è addentrata nell’interpretazione dei sogni, Se ne sono interessati anche scienziati, filosofi, artisti e psicologi.

In questo vasto panorama multidisciplinare appare in maniera predominante la voglia di interpretare il sogno a tutti i costi.

Come se il sogno nascondesse un segreto da svelare.

Quest’interesse va sicuramente collegato al contesto socio-culturale d’appartenenza.  Napoli ad esempio, è una città in cui vine posta molta attenzione ai sogni, difatti la smorfia napoletana ne è la conferma..

A Napoli religione, sogno, speranza e profano si intrecciano, emblematica è una scena di uno spettacolo di Massimo Troisi in cui Massimo si reca insieme a Lello Arena da San Gennaro chiedendogli di fare arrivare in sogno dei numeri. Vuole ricevere una grazia, difatti lui è stato sempre devoto, quindi “se la merita questa vincita alla lotteria”.

Rimanendo in tema religioso, nella simbologia del presepe napoletano stile 700, è immancabile la figura di Benino che dorme beato tra le pecore, il suo non è un sogno riparatore, ma un sogno quasi mistico, una visione. La leggenda narra che il presepe non è altro che il sogno di Benino e per questo è importante che nessuno lo svegli altrimenti tutta la magia scomparirebbe immediatamente.

Più che cercare un’interpretazione oggettiva dei sogni a tutti i costi, sarebbe bene chiederci che funzione ha il sogno nella nostra vita? Ce ne prendiamo cura?Se gli prestiamo ascolto e quanto può impattare sulla nostra vita.

Sempre in tema Natalizio dato che è alle porte, mi piace riportare un cartone animato napoletano del 2003, opopomoz, racconta di un bimbo di sei anni, Rocco che attende la nascita del suo fratellino proprio la notte di Natale. In lui ci sono sentimenti contrastanti, la paura di perdere l’amore dei genitori, che viene esaltato dalla figura di 3 diavoletti che abitano nel sottosuolo napoletano, e dall’altro la gioia dei valori familiari che viene metaforicamente rappresentato dalla Sacra natività. Nel cartone è evidente come Rocco possa fare i conti con queste emozioni solo quando chiude gli occhi, solo li i diavoli possono istigare il piccolo. Insomma nel cartone Rocco si addormenta e sogna di essere all’interno nel presepe… La questione significativa è che il sogno per Rocco non è utile perché interpreta i suoi desideri pensieri ed emozioni nascoste, più che altro il sogno diventa funzionale perché è una rinarrazione della sua storia personale che gli permette di conciliare due istanze che nello stato di veglia si escludono vicendevolmente..

Insomma la narrazione del sogno viene vista come un’opportunità di cambiamento.

A tal punto che viene da chiedersi quanto il sogno influenzi la nostra vita, e viceversa quanto la nostri vita influenzi i nostri sogni.

dott.ssa Angela Gaeta

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